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blog delle lezioni di editoria multimediale università Lumsa

Thursday, January 25, 2007

In America l'ecologia diventa un business

IN AMERICA L’ECOLOGIA DIVENTA UN BUSINESS
LE GRANDI AZIENDE USA SI ACCORDANO CON LE ASSOCIAZIONI VERDI PER FARE PRESSIONI SULL’AMMINISTRAZIONE BUSH

DAVOS - Ci voleva l’interessamento delle grandi aziende americane perché la questione ambientale, da anni oggetto di dibattuti allarmanti ma sterili rimbalzati tra scienziati e giornali, venisse presa seriamente in considerazione anche nel mondo politico.
La svolta viene sancita dal World Economic Forum di Davos, che vede partecipare, assieme a studiosi ed ambientalisti, i nomi maggiori del capitalismo mondiale. Più che ad una conversione “verde”, le grandi industrie sono state convinte ad interessarsi alle prospettive offerte dall’ecologia perché hanno capito che potrà essere il grande business dei prossimi anni. A fare scalpore è soprattutto la nascita della US Climate Action Partnership, un’associazione che riunisce dieci colossi del capitalismo americano con i maggiori gruppi ambientalisti. A differenza di quanto accade in Europa quindi, negli Usa sono le aziende a fare pressioni sull’amministrazione perché ci si dia da fare a imporre vincoli più stretti nelle emissioni inquinanti: a Bush è stato chiesto di farle scendere del 30% entro 15 anni. Gli Stati Uniti, fino ad oggi acerrimi nemici delle convenzioni di Kyoto, si troverebbero quindi ad essere all’avanguardia per quanto riguarda il rispetto ambientale nella produzione di energia e beni di consumo.
Non c’è dubbio che a convincere le aziende a questo repentino cambiamento di posizioni sia stato anche il desiderio di recuperare sui due colossi emergenti dell’industria mondiale, Cina ed India. I due stati, in enorme espansione economica, sfruttano fonti energetiche altamente inquinanti per supportare il loro sviluppo, e il loro ritardo nel mondo delle tecnologie a basso impatto ambientale potrebbe permettere all’industria occidentale di recuperare in competitività.
Mentre gli americani si impegnano a esercitare pressioni sull’amministrazione Bush, alcune aziende giapponesi sembrano già essere all’avanguardia nell’utilizzo di nuove fonti energetiche. Il caso più eclatante è quello della Toyota, che qualche anno fa lanciò, tra le ironie degli industriali americani ed europei, la Prius, una vettura a combustione ibrida (con motore misto a combustione ed energia elettrica). Quest’anno la casa nipponica venderà 250mila Prius (che nel frattempo è diventata una vettura simbolo delle stelle “liberal” di Hollywood legate ai verdi) e si appresta a imporsi come produttore mondiale di automobili, scalzando la General Motors.
La rincorsa alle energie pulite è dunque cominciata, e sembra che le aziende occidentali siano decise a negare una volta per tutte l’equazione “ambientalismo uguale pauperismo”.

Domus Aurea


LA DOMUS AUREA RIAPRE AI TURISTI
L’EDIFICIO, FATTO CHIUDERE IL DICEMBRE SCORSO PER PERICOLO DI CROLLI, SARA’ DI NUOVO VISITABILE DAL 30 GENNAIO

ROMA - La Domus Aurea torna, almeno in parte, agibile per i visitatori. La celebre dimora dell’imperatore Nerone, chiusa un anno fa a causa di una serie di infiltrazioni d’acqua che avevano fatto temere dei crolli, sarà di nuovo accessibile al pubblico il prossimo 30 gennaio. La notizia della riapertura è stata data dal ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli, dopo aver compiuto un sopralluogo sul posto insieme al sindaco della capitale Walter Veltroni.
Il nuovo percorso permetterà di visitare solo 15 stanze invece delle precedenti 32, ma il risultato è comunque importante perché i lavori di restauro non sono stati completati e una riapertura in tempi così brevi non era stata prevista. Alla fine è stato deciso di non privare i visitatori dell’Urbe di uno dei suoi monumenti più famosi, un complesso enorme e quasi del tutto sconosciuto al grande pubblico che comprende ben 150 stanze. Mentre i turisti potranno visitare la parte agibile dell’edificio, proseguiranno i lavori di consolidamento e impermeabilizzazione su tutta l’area archeologica di Colle Oppio, che comprende anche le sovrastanti Terme di Traiano. La speranza è che ben presto si riesca a rendere agibile lo stesso percorso aperto dal 1999 al 2005, in attesa che i lavori di scavo possano in futuro chiarire la reale estensione della dimora di Nerone, che occupava quasi due chilometri quadrati e di estendeva fin dove oggi sorge il Colosseo (zona allora occupata da un laghetto artificiale).
La visita ha permesso a Rutelli di parlare degli sviluppi futuri: “È l'occasione per inquadrare un lavoro comune - ha dichiarato il ministro - con un programma di intervento ampio, attraverso una commissione mista per dare continuità, coerenza ed efficacia ai lavori di restauro su un'area immensa”.
L'intervento sulla Domus Aurea sarà portato avanti grazie a due finanziamenti: il primo, di 800 mila euro, erogato dalla presidenza del Consiglio dei ministri alla protezione civile, per i lavori di massima urgenza; il secondo, di 3 milioni di euro, che saranno stanziati dal ministero dei Beni Culturali attraverso il Cipe, per procedere all'opera di restauro e consolidamento. L'intenzione e' quella di riaprire tutto il percorso agibile in precedenza, con uscita nella terza galleria, di fronte all'Aula Ottagonale.