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Monday, December 04, 2006

Per la stampa inglese Litvinenko ricattava il Cremlino

Sarà che i connazionali di James Bond hanno un certo talento nel raccontare storie di spie, ma è certo che i giornali britannici stanno facendo diventare la vicenda di Aleksandr Litvinenko, l’ex agente del KGB morta a Londra per avvelenamento da polonio un intrigo degno di una spy story. Secondo la stampa anglosassone l’ex agente sarebbe stato ucciso perché ricattava i suoi vecchi colleghi e alcuni membri corrotti dell'establishment russo.
La fonte di queste accuse è un'accademica russa, Julia Svetlichnaya, che ha affermato di aver ricevuto da Litvinenko l’offerta di diventare sua socia, in cambio di denaro. Secondo la donna, che ha detto di aver ricevuto circa cento e-mail dal suo connazionale (sarebbe interessante a questo punto sapere che fine abbiano fatto), l’ex agente aveva affermato di essere in possesso di documenti segreti dell’Fsb (ovvero i servizi segreti che hanno sostituito il Kgb dopo la dissoluzione dell’Urss). “Intendeva ricattare o vendere informazioni riservate riguardanti ogni genere di persone influenti – ha spiegato alla stampa - tra le quali oligarchi, funzionari corrotti e fonti di informazioni nel Cremlino: aveva bisogno di soldi ed era sicuro del fatto di poter ottenere questi documenti quando volesse”.
Il domenicale “The Observer” ha aggiunto che Scotland Yard avrebbe ascoltato anche Iuri Shvets, ex agente Kgb esule negli Stati Uniti, indicato come contatto dell’ex agente della commissione Mitrokhin Mario Scaramella, anch’egli contaminato dal polonio. Un collaboratore di Shvets ha fatto affermazioni che potrebbero essere importanti perché vengono fatti nomi che fanno molto discutere in Russia: Litvinenko gli avrebbe infatti rivelato, alcune settimane prima di essere avvelenato, di essere in possesso di un dossier con rivelazioni “devastanti” su presunti rapporti fra il Cremlino e l'affare Yukos, la compagnia petrolifera fondata dall'oligarca dissidente Mikhail Kodorkovsy, in carcere in Russia per evasione fiscale.
Che queste notizie siano vere o meno, il quadro che ne emerge appare estremamente contraddittorio e nebuloso, e probabilmente, come da tradizione russa, non verrà mai chiarito del tutto. Le affermazioni che si susseguono potrebbero essere state messe in circolazione dallo stesso Fsb, che non si sa quanto dipenda dal volere di Vladimir Putin. Una matassa decisamente difficile da sbrogliare per le forze di polizia inglesi, che devono affrontare l’evidente fastidio e i probabili boicottaggi della Russia di fronte a queste indagini. E senza neanche un agente Bond sul quale contare.

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